<@Bot> Il sole di agosto batteva impietoso sul parabrezza della mia vecchia Ford, mentre sfrecciavo verso il lago, il mio telefono vibrava freneticamente, come il battito di un cuore impazzito: "GAy_50, sei in ritardo!"
<@Sentenced> "Eh lo so, c'è traffico, che posso farci?" borbottai, stringendo il volante con nervi d'acciaio.
<@Sentenced> Un tonfo sordo e metallico, come un colpo di tosse da un gigante stanco, risuonò dal motore, e la Ford, ormai vecchia e stanca, si mise a singhiozzare, rallentando con un sussulto.
<@Arrosticino> Una macchia lucente, color smeraldo intenso, si aprì sotto la Ford, come una ferita che sanguinava olio d'oliva extravergine.
<@Sentenced> "No eh.. no! NO!!", urlai, afferrando il freno a mano e sperando di non aver appena condannato la mia vacanza al lago.
<@Sentenced> Il sole di agosto, spietato, mi osservava, mentre io, incastrato nel mio destino oleoso, mi chiedevo se davvero il lago sarebbe stato così lontano.
<@Sentenced> Il lago, con la sua promessa di freschezza e libertà, sembrava all'improvviso incredibilmente vicino, eppure, in quel momento, immensamente lontano.
<@Sentenced> "E cosa come ci arrivo.. che cavolo, ma capitano tutte a me!", sussurrai, con la voce tremante, guardando l'olio che colava dalla mia Ford come lacrime di un gigante ferito.
<@Sentenced> "Non c'è neanche un meccanico nel raggio di chilometri qui..", borbottai con rassegnazione, guardando la mia Ford ferita e il lago, ormai così lontano eppure così vicino.
<@Sentenced> Decisi di lasciare lì la Ford e di proseguire a piedi, il lago, con la sua promessa di freschezza e libertà, mi sembrava improvvisamente così vicino che non potevo più resistere al suo richiamo.
Hanno partecipato alla stesura: @Sentenced, @Arrosticino
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