<@Bot> Il sole splendeva impietoso su Freeballer mentre lui si avvicinava al vicolo, il sudore gli colava dalla fronte e gli appiccicava i capelli al collo, era il 17 agosto 2024 e la città non aveva mai avuto pietà di nessuno.
<@Sentenced> I capelli appiccicati sul collo di Freeballer gli diedero un'occhiata in meno che in un batter d'occhio alle sporche pareti del vicolo, un'occhiata che avrebbe ricordato per sempre.
<@Sentenced> Il suo cuore batteva forte nel petto mentre la porta del retro, che sembrava più adatta a una discarica che a un ristorante, si chiudeva alle sue spalle con un tonfo metallico.
<@Sentenced> La puzza di frittura rancida e candeggina lo colpì come un pugno allo stomaco.
<@Sentenced> L'odore dei capelli si sentiva fino a due metri di distanza, un odore acre e penetrante che gli fece arretrare di un passo.
<@Sentenced> Un'unica figura era in piedi dietro il bancone, una donna robusta con un viso scavato e i capelli unti raccolti in una crocchia disordinata.
<@Sentenced> "I miei capelli non sono sporchi e unti", disse la donna, gli occhi fissi su Freeballer con un'espressione che non si poteva definire né di rabbia né di disgusto.
<@Sentenced> "Sono solo oliati per proteggerli dai fumi del cibo", continuò la donna, la sua voce roca come il suono di una vecchia porta che scricchiola.
<@Sentenced> Freeballer, con un nodo in gola, si ritrovò a fissare il pavimento sporco, l'unica luce proveniente da una lampadina nuda che pendeva da un filo scoperto sopra il bancone.
<@Sentenced> Freeballer, dopo aver ingoiato a vuoto, disse: "Non ho mai detto che fossero sporchi."
Hanno partecipato alla stesura: @Sentenced
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